L’Università di Bologna ha origini molto antiche che la indicano come la prima università del mondo occidentale.
Nove secoli di Alma Mater Studiorum: dal 1088, a cui si fa convenzionalmente riferimento come data di nascita dello Studio bolognese, passando per il Medioevo e il Rinascimento, per arrivare poi alla età moderna e alla riscossa di quella contemporanea. Scopriamo la storia di questo ateneo.
“La scuola di Bologna si compose per movimento proprio, sorse e grandeggiò privata”. Con queste parole Carducci celebrò la nascita dell’Alma Mater Studiorum, durante i festeggiamenti del suo ottavo centenario nel 1888.
Lo stesso vate ammetteva che l’ateneo è sorto per spontanea e informale iniziativa di alcuni studenti.
il Comune strinse subito un legame indissolubile con il suo Studio, sorreggendolo, almeno per i primi secoli, con leggi e decreti che lo tutelavano e lo favorivano.
Le due realtà, quella comunale e quella universitaria, nate entrambe sotto l’egida del maestro Irnerio, vivevano in piena simbiosi, sotto i portici, nelle case private, nei monasteri e negli spazi cittadini affittati all’occorrenza per le lezioni e le assemblee.
Attorno alle innovative Scuole di Diritto presto gli scolari si riunirono in associazioni di mutua assistenza, che col tempo si strutturarono in base ai loro luoghi di provenienza (Nationes) e infine si aggregarono in prestigiose corporazioni sovraregionali chiamate Universitates.
Col passare del tempo gli studenti persero la loro autonomia, nei loro apparati direzionali così come nei consigli cittadini, soffrendo sempre più le ingerenze del potere locale e di quello papalino.
Anche i docenti, dovettero accettare condizioni disciplinari calate dall’alto, subendole ancora di più dal secolo successivo, quando divennero dipendenti pubblici, stipendiati con le entrate dei dazi commerciali.
Si assistette così a un lento declino, un’inevitabile provincializzazione delle cattedre, ancora una volta in una stretta simbiosi col destino della città, che subiva a sua volta l’ascesa di vicine rivali e la continua pressione di un potere papale desideroso di riottenere il controllo assoluto sui suoi domini.
La fama dello Studio riusciva comunque a richiamare ancora studenti da ogni dove.
Dalle scuole di Diritto continuavano a laurearsi futuri papi, cardinali e uomini di ingegno, mentre quelle artistiche, grazie alle riforme culturali dell’umanesimo, fiorivano in nuove discipline.
Era la ricca stagione della famiglia Bentivoglio, nella quale i signori di fatto della città sostenevano gli illustri docenti, ricavandone propaganda ed elogi in linea con ciò che accadeva nelle altre grandi corti italiane.
Si arrivò poi allo strappo decisivo, che vide il Comune e la sua Università perdere la matrice condivisa del loro successo: la libertà.
A metà del XVI secolo, terminato il Concilio di Trento, i papi e i loro legati riuscirono a imporsi tanto sulla politica locale quanto sull’Ateneo. Da un lato i senatori, dall’altro i docenti, finirono per sottostare al loro volere.
La città e lo Studio vissero così la lentezza e la crisi dei due secoli successivi e solo pochi nomi riuscirono a salvarsi dall’isolamento di quel periodo. Il settecentesco Istituto delle Scienze dava loro modo di reagire alle chiusure della Chiesa e all’indolenza della classe politica e nobiliare, creando un collegamento diretto con la vitalità che invece si stava respirando nel resto d’Europa.
Proprio dall’esterno arrivò l cambiamento, portato da Napoleone Bonaparte.
Con la Repubblica e poi col Regno d’Italia lo Studio venne trasformato in Università statale e trasferito nel cinquecentesco Palazzo Poggi.
Ma si dovette aspettare l’Unità della nazione perché Bologna e il suo antico Studio venissero riconsiderati come fondamentali dell’intero paese.
La lenta rinascita dell’Alma Mater e il suo rilancio internazionale vennero inaugurati nel 1888 in occasione delle celebrazioni dell’Ottavo centenario.
Anche il rapporto con la città venne ripensato e, con l’inizio del XX secolo, l’Università cominciò a diffondersi nel tessuto urbanistico, occupando antichi edifici e costruendone di nuovi.
La dimostrazione di questa felice unione tra l’Ateneo e la città si ebbe, infine, durante il festeggiamento del Nono centenario dello Studio, che prendeva posto negli spazi del centro storico.
In Piazza maggiore 430 rettori europei, a cui se ne aggiunsero 372 da tutto il Mondo, firmarono la Magna Carta Universitatum, nella quale si celebrano tutt’oggi l’indipendenza e la libertà dell’insegnamento, elementi da sempre costitutivi dell’Ateneo bolognese, che in quell’occasione venne ancora una volta riconosciuto come la madre di tutte le Università, come l’Alma Mater Studiorum.
Verso la fine del secolo scorso, l’Alma Mater ha iniziato un progetto di dislocazione di alcuni suoi corsi che ha portato alla formazione del primo Multicampus italiano, oggi esteso a tutta la Romagna.
Nello stesso tempo, ha continuato a diffondersi nel centro storico di Bologna e nei suoi sobborghi, sviluppando un interesse sempre maggiore verso le nuove tecnologie e il rispetto per l’ambiente, elementi fondamentali per essere una realtà competitiva e all’avanguardia.
Sedi e contatti
Sede di Bologna: Via Zamboni, 33, 40126
Telefono: 051 209 9111
Sede di Cesena: Via Montecatini
Telefono: 0547 338900
Sede di Forlì: Piazzale Sante Solieri, 1, 47121
Telefono: 0543 374311
Sede di Ravenna: Via Alfredo Baccarini, 27, 48121
Telefono: 0544 936290
Sede di Rimini: Corso d’Augusto, 237, 47921
Telefono: .0541.434157
Corsi di studio
I corsi attivi sono oltre 200, per cui vengono raggruppati in aree didattiche. Nella parentesi, il numero di corsi attivi in quell’ambito.
- Economia e management (25)
- Farmacia e biotecnologie (12)
- Giurisprudenza (5)
- Ingegneria e architettura (49)
- Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione (8)
- Medicina e Chirurgia (23)
- Medicina veterinaria (5)
- Psicologia (7)
- Scienze (37)
- Scienze agro-alimentari (14)
- Scienze dell’educazione e della formazione (8)
- Scienze motorie (7)
- Scienze politiche (13)
- Scienze Statistiche (7)
- Sociologia (4)
- Studi umanistici (28)
Modalità di accesso
Il Test Online CISIA (TOLC) è un titolo necessario per partecipare alle selezioni per l’accesso a numerosi corsi di laurea a numero programmato e viene utilizzato anche da alcuni corsi di laurea a libero accesso per la verifica delle conoscenze per l’attribuzione di eventuali Obblighi Formativi Aggiuntivi (OFA).
È un test individuale, diverso per ogni partecipante, composto da quesiti selezionati automaticamente e casualmente dal database CISIA TOLC con un software realizzato e gestito dal CISIA (Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l’Accesso).
Per i corsi di laurea dell’Ateneo di Bologna può essere richiesto uno dei seguenti TOLC che differiscono tra loro per numero, natura e tempo a disposizione:
- TOLC-I: 50 quesiti (20 di matematica,10 di logica, 10 di scienze, 10 di comprensione verbale) con durata di 1 ora e 50 minuti;
- TOLC-E: 36 quesiti (13 di logica, 10 di comprensione del testo, 13 di matematica) con durata di 1 ora e 30 minuti;
- TOLC-F: 50 quesiti (15 di biologia, 15 di chimica, 7 quesiti di matematica, 7 di fisica, 6 di logica) con durata di 1 ora e 12 minuti;
- TOLC-SU: 50 quesiti (30 di comprensione del testo e conoscenza della lingua italiana, 10 di conoscenze e competenze acquisite negli studi, 10 di ragionamento logico) con durata 1 ora 40 minuti.
Al termine di ciascun test, è prevista una sezione aggiuntiva di inglese, composta da 30 quesiti (durata: 15 minuti).